E’ cosa nota: gran parte della storia del rock è stata scritta tra Stati Uniti e Regno Unito, con alcune significative eccezioni (su tutte il kraut-rock tedesco degli  anni ’70).

In questa occasione mi voglio  concentrare sulla città di New York che nel giro di 30 anni(1960-1990) ha costituito l’ humus dove sono germogliate alcune tra le esperienze più seminali e innovative del rock tutto.

Partiamo con  il 1961: in quell’ anno si trasferisce a New York un certo Bob Dylan( al secolo Robert A.Zimmerman), destinazione Greenwich Village, per visitare il suo idolo musicale Woody Guthrie, ricoverato al New Jersey Hospital. New York all’ epoca era in corso un folk revival di enorme portata e la città era diventata  il punto di incontro dei folk singer di tutta la nazione.

Dylan diede un contributo importante a quella stagione, ergendosi a leader del movimento con il disco di protesta The Times They Are A-Changin’(1964).  Tuttavia i meriti di Bob Dylan vanno riconosciuti, a mio parere, nell’ evoluzione  che egli fece compiere alla canzone folk americana(prima con Highway 61 revisited del 1965 e poi definitivamente con Blonde On Blonde del 1966)  sia sotto il punto di vista dei testi dei brani  sia sotto quello prettamente musicale.

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